Meditazione vipassana

La Vipassana è una delle forme di meditazione più tipiche del nostro tempo, nonostante le origini molto antiche. Essa si svolge con modalità molto simili rispetto ad altre forme di meditazione: tipicamente in posizione seduta, con gli occhi chiusi o semi-chiusi, concentrandosi prevalentemente sul respiro. La meditazione Vipassana costituisce anche la base della pratica di mindfulness.

  1. Nella meditazione Vipassana la concentrazione è il requisito principale, ma a prevalere è la dimensione dell’osservazione. Standosene seduti per 20, 30, 45 o 60 minuti (durate tipiche delle sessioni), ci si concentra unicamente su ciò che accade nel momento presente, cioè nel qui (e non altrove) e ora (e non nel prima o nel dopo). Essere concentrati sul momento presente si traduce nel porre l’attenzione sulle uniche cose che in questo momento esistono realmente: la propria mente e il proprio corpo, con le sue sensazioni.
  2. La mente e i cinque sensi sono le porte attraverso cui i vari fenomeni entrano nello spazio vuoto della coscienza. Tali fenomeni vi entrano, rimangono per un po’ di tempo e poi escono. Tutto ciò avviene continuamente, nella nostra vita. Ma siccome durante la meditazione non ci dobbiamo occupare di altro, essa diventa un ottimo esercizio per comprendere meglio la realtà. Di che fenomeni si tratta? Nella coscienza entra di volta in volta rutto ciò che passa attraverso i cinque organi sensoriali – dunque suoni, forme e colori, odori, sensazioni tattili, sapori – o che si forma nella mente, ovvero i pensieri, le emozioni, le percezioni.
  3. Mentre ce ne stiamo seduti, avvengono molte cose: il respiro rallenta, sorgono pensieri, vanno e vengono emozioni, proviamo prurito, sonno, dolore, piacere. Si odono rumori e si avvertono odori. Ma nella meditazione vipassana non ci interessa in alcun modo il contenuto di tali sensazioni; ad esempio qual è la fonte di un certo suono o perché sto provando una certa emozione. Rimaniamo in contatto solamente col sentire in sé, siamo consapevoli che stiamo sentendo, avvertiamo la qualità del sentire, ma mantenendoci a debita distanza dai relativi contenuti
  4. Il respiro viene usato semplicemente come ancoraggio al momento presente. Altri mezzi di ancoraggio possono essere la posizione del corpo nel suo insieme o l’attenzione verso la parte del corpo che poggia a terra, che fa da sostegno.
  5. È importante mantenere per tutto il tempo un atteggiamento contemplativo, ossia orientato all’osservare senza voler intervenire.

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Categorie di questo esercizio: Tecniche di meditazione |
Temi di questo esercizio: mente contemplativa | osservazione | vipassana |
Autore: Paolo Subioli |
Immagine di copertina: Henry Matisse, Méditation, Après le bain, 1920