Questo esercizio ideato da Sharon Salzberg permette di sperimentare direttamente l’equilibrio tra le due dimensioni, tipiche della meditazione, di tranquillità ed energia, calma e vigilanza, rilassamento e investigazione.

Coppie di forze che coltiviamo nella pratica di meditazione sono la tranquillità e l’energia, la calma e la vigilanza, il rilassamento e l’investigazione. In qualsiasi metodo di meditazione, lavoriamo per unirle, per portarle in equilibrio.

Quindi possiamo dire che fin dall’inizio, ciò si riflette nella nostra postura. Se siamo seduti, vogliamo avere la schiena dritta senza che sia rigida o tesa, che significherebbe troppa energia. Non vogliamo nemmeno essere accasciati, al punto di essere destinati ad addormentarci. Desideriamo essere eretti, ma senza troppa tranquillità o rilassamento. Così ci sediamo dritti, senza essere tesi.

Puoi chiudere gli occhi o no, e centrare la tua attenzione sulla sensazione del respiro normale, naturale. Nota il gioco tra l’energia o l’interesse da una parte e la calma o il rilassamento dall’altra.

Come ti trovi con il respiro? Sei molto distante senza preoccuparti di come ti senti? Avvicinarti un po’ mentalmente. Senti le sensazioni reali delle narici, del petto o dell’addome. Hai una specie di presa letale sul respiro, pensando: “Se tengo duro, la mia mente non vagherà”, mentre in realtà vagherà di più? Allora forse hai bisogno di rilassarti un po’. Se riesci a sentirti nel punto di mezzo tra tranquillità e vigilanza, vedrai come un solo respiro è enormemente appagante. Non stiamo esagerando, né ci stiamo allontanando dalla sua realtà. Piuttosto, lo incontriamo completamente.

A volte, nella mia pratica personale, uso l’immagine di tenere in mano qualcosa di molto fragile, molto prezioso, come una scultura di vetro. Se dovessi afferrarla troppo strettamente, andrebbe in frantumi e si romperebbe, ma se fossi pigra o negligente e la mia mano si aprisse, l’oggetto cadrebbe e si romperebbe. Così lo tengo e basta. Sono in contatto con esso. Lo custodisco, e così facciamo anche noi con ogni respiro. Non vogliamo afferrarlo troppo strettamente, né essere troppo sciolti, essere troppo eccitati o troppo rilassati. Incontriamo questo momento, e incontriamo questo respiro. Ce ne prendiamo cura un respiro alla volta.

Se ti trovi troppo indietro o senza interesse, mentalmente, vieni avanti con energia. Se sei troppo avanti, troppo teso/a, e ti stai sforzando troppo, torna indietro. Lascia che il respiro venga a te. Se senti che hai bisogno di aggiustare l’equilibrio. Non preoccuparti. Non devi farti domande. Sono troppo teso/a? Sono troppo rilassato/a? Lascia piuttosto emergere la tua intuizione. Poi torna al punto nel mezzo. È solo un respiro.

Se hai troppa poca energia, diventerai sonnolento/a, pigro/a, spento/a. Puoi sederti in modo un po’ più eretto. Se i tuoi occhi erano chiusi, puoi aprirli. Potresti fare qualche respiro profondo per permettere alla sensazione di essere più intensa, e poi di nuovo permettere al respiro di diventare naturale. Punta la tua tensione verso un solo respiro. È l’intero universo. Nient’altro conta. Se hai troppa energia, ti sentirai irrequieto/a, agitato/a, preoccupato/a. Se ciò accade, vedi se puoi sentire le sensazioni di un respiro, come se le tue mani fossero nell’acqua e tu sentissi l’acqua che gira intorno, con tutte le diverse sensazioni. Così anche con la tua mente, la tua attenzione, puoi sentire le sensazioni del respiro che ti calmerà e metterà a riposo l’energia. Puoi sentire solo un respiro.

E quando ti senti pronto/a, puoi aprire gli occhi e rilassarti. Vedrai, nella tua giornata, come ci si sente con un maggior senso di entrare in equilibrio.

Dal sito di Sharon Salzberg.

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Categorie di questo esercizio: Equilibrio |
Temi di questo esercizio: energia | respiro |
Autore: Sharon Salzberg |
Immagine di copertina: Paul Klee, Tightrope Walker, 1923