Alan Wallace propone un esercizio per coltivare la Compassione che, partendo da se stessi, allarga sempre di più il raggio di uno sguardo compassionevole che guarda alle cause profonde della sofferenza.

Rilassate il corpo nel suo stato di riposo, e calmate la mente praticando per un poco la consapevolezza del respiro. Iniziate questa sessione coltivando la compassione per voi stessi. Per quanto tempo avete disperatamente cercato di liberarvi dall’ansia e dall’insoddisfazione? Quali vostre tendenze mentali e comportamenti vi hanno a più riprese ostacolato? Non c’è ora spazio per l’autocritica, lo sconforto e l’apatia: è il momento di riconsiderare la situazione. Come possiamo liberarci delle cause interiori della sofferenza, visto che abbiamo pochissimo controllo sulle circostanze esterne? Lasciate sorgere l’aspirazione: “Possa io essere libero dalle vere cause del dolore e della tristezza”, poi immaginate la vostra mente affrancata dai desideri futili, dall’ostilità e dalla confusione. Percepite la gioia e la serenità di una mente equilibrata, pienamente sintonizzata sulla realtà.

Ora rivolgete l’attenzione a una persona cara vittima di una sofferenza fisica o psicologica. Poiché il termine ‘attenzione’ deriva dal latino ad-tendere, ‘porgere l’animo verso’,’dedicarsi con impegno a qualcosa’, quando ci dedichiamo interamente a qualcuno, gli offriamo noi stessi. Ecco dunque il dono più profondo: occuparsi di qualcuno con un cuore amorevole e compassionevole. Lasciate che quella persona vi colmi il cuore e la mente. Prestate attenzione a ciò che vi racconta delle sue esperienze e, se conoscete le cause della sua pena o dolore, fategliele presenti. Immaginate di vedere le cose con i suoi stessi occhi, ottenendo una percezione diretta delle sue difficoltà, poi riassumete il vostro punto di vista e fate sorgere il desiderio che quella persona possa essere libera dalla sofferenza e dalle sue cause. Visualizzatela mentre, confortata, trova la libertà a cui anelava per vivere una vita felice e ricca di significato.

Soffermatevi ora su un’altra persona che desideri essere libera dalla sofferenza ma che, per via di sue illusioni, ne sia essa stessa causa, per sé e per gli altri. Di nuovo, immaginate di vedere le cose con i suoi occhi e di avere una percezione diretta dei suoi problemi. Riprendete poi il vostro punto di vista e, comprendendo le conseguenze della condotta di quella persona, esprimete il desiderio che si liberi delle afflizioni mentali alla radice del suo comportamento distruttivo. Lasciate sorgere il sincero augurio che sviluppi una chiara visione del sentiero verso l’affrancamento dal dolore e visualizzatela libera dalle cause della sofferenza.

A questo punto, fate spaziare il raggio d’azione della consapevolezza nel mondo intero, prendendovi cura di coloro che soffrono di fame e sete, oppure per la povertà o le atrocità della guerra, o ancora per ingiustizie sociali o squilibri e afflizioni della loro stessa mente. Tutti meritiamo compassione, specie quando agiamo sulla base di illusioni nocive per noi o per gli altri. Lasciate che il vostro cuore abbracci il mondo, formulando l’aspirazione che tutti possano essere liberi dalla sofferenza e dalle sue vere cause, e che ognuno contribuisca ad alleviare il dolore dell’altro.

Da: Alan Wallace, “La rivoluzione dell’attenzione. Liberare il potere della mente concentrata“, Astrolabio Ubaldini, 2008.

You need to login or register to bookmark/favorite this content.

Categorie di questo esercizio: Compassione | Meditazione guidata |
Temi di questo esercizio: compassione |
Autore: Alan Wallace |
Immagine di copertina: Francis Bacon, Figura in piedi (part.) 1977-1992