C’è un modo di praticare la meditazione che può aiutarci gradualmente a prendere dimestichezza con la dimensione del non sé, ovvero con l’assenza di un sé separato e immutabile. Ecco come fare.

  1. Imposta un timer per una durata di 10, 20 o 30 minuti.
  2. Siediti nella posizione per te più appropriata, magari seguendo queste istruzioni, chiudi o socchiudi gli occhi e porta tutta la tua attenzione al momento presente.
  3. Per portare tutta la tua attenzione al momento presente puoi concentrarti sul respiro o su altri fenomeni riguardanti il corpo, come ad esempio i punti di contatto col terreno, la posizione, il contatto coi vestiti, o una parte del corpo in particolare.
  4. Mettiti in ascolto di tutti i fenomeni che si presentano alla tua coscienza: suoni, odori, sensazioni del corpo, stati emotivi, pensieri (stiamo facendo meditazione vipassana).
  5. Non ragionare sui fenomeni, come ad esempio cercare di capire chi ha prodotto un certo suono, o chiederti quando passerà un certo dolore che provi. Cerca solo di considerare un fatto: ogni fenomeno che si verifica è la risultante di una serie concomitante di cause e condizioni, del tutto impersonale, che si è manifestato in questo momento e che a un certo punto smetterà di manifestarsi. Ogni barca che ci viene incontro è una barca vuota, insomma.
  6. Quando il timer suona, torma pure in contatto col tuo modo consueto di vedere la realtà, senza troppe aspettative.

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Categorie di questo esercizio: Non sé |
Temi di questo esercizio: impersonale |
Autore: Paolo Subioli |
Immagine di copertina: Odilon Redon, Violetta Heymann, 1910