Quello della pipì è un ottimo momento per meditare. Un’occasione perfetta, anche se breve, che ci consente di realizzare quell’unione di mente e corpo, nella presenza mentale, che è l’essenza stessa della meditazione. Qualunque cosa stiamo facendo, ogni volta che andiamo in bagno, possiamo concedere una pausa alla nostra attenzione e riprendere contatto con il corpo. Ecco come fare, tanto per fare un esempio.
1) Se sei maschio e vuoi fare la pipì in piedi*, per prima cosa rilassa le spalle, poi ruota il bacino in avanti, come se avessi una coda che vuoi mostrare a chi ti sta di fronte. Aggiusta quindi l’equilibrio, in modo da portare più peso sui talloni. Ora sei in una posizione che favorisce la presenza mentale, e ti aiuta a renderti conto di qual è, in realtà, la tua postura abituale.
Se sei femmina, oppure vuoi fare la pipì in posizione seduta, rilassa comunque le spalle e abbi cura che la schiena sia diritta, con la spina dorsale non rigida, e con la testa protesa verso l’alto, come se un filo ti allungasse verso il soffitto, ma senza fare ruotare il mento. Apri bene le spalle. Sentiti una persona aperta, fiera e piena di dignità.
2) Ora, che sei in pieno contatto col tuo corpo, goditi pienamente l’azione rilassante e liberatoria dell’atto di fare la pipì. Una possibilità potrebbe essere quella di recitare mentalmente questa frase guida (“gatha”):
Eccomi, sono qui,
in pieno contatto col mio corpo.
Lascio una parte di me stesso/a
in questo ambiente che mi accoglie.
Quello che ora sta succedendo è che rilasci qualcosa di te nell’ambiente che ti circonda. In realtà, lo fai in ogni momento della vita coi tuoi pensieri, le tue parole, le tue azioni. È quello che viene chiamato karma. Ma in questo preciso momento te ne puoi rendere conto più direttamente.
E l’ambiente nel quale ti trovi è disposto ad accettare quello che per te è un rifiuto, poi lo lascerà andare nella Terra, che accoglie sempre tutto senza discriminare, né giudicare. È un ambiente che ti ospita, nel quale la tua presenza è inevitabilmente provvisoria. Anche se si tratta di casa tua. È il modo in cui stai nel mondo.
3) Sperimenta anche, fino in fondo, la dimensione del lasciare andare. Ora è molto facile farlo. Nei momenti più difficili della vita, ti sarà molto d’aiuto. In alternativa alla precedente, puoi recitare mentalmente quest’altra gatha:
Mi rilasso e lascio andare.
Non c’è niente da trattenere.
Se ci pensi, anche Gesù, duemila anni fa, faceva lo stesso, e prima di lui il Buddha. Puoi trasformare la tua pipì in una profonda esperienza spirituale, come molto probabilmente facevano loro.
4) Quando hai finito con la tua pipì, se puoi, prenditi ancora un attimo. Richiudi il coperchio del water e, dopo aver tirato l’acqua, ti ci puoi sedere sopra. Chiudi gli occhi, respira e concentrati sul respiro, finché non senti che lo sciacquone si è ricaricato completamente.
Il maestro zen Shunryu Suzuki-Roshi – fondatore del San Francisco Zen Center e famoso per aver reso popolare lo zen negli Stati Uniti – ha paragonato l’atto di andare al bagno alla meditazione, perché si tratta, in entrambi i casi, di azioni di svuotamento e conseguentemente di liberazione.
Nella vita di tutti i giorni, mangiamo molte cose, buone e cattive, elaborate e semplici, gustose e non troppo gustose. Più tardi, dobbiamo andare in bagno. Allo stesso modo, dopo aver riempito la testa, pratichiamo la meditazione seduta. Altrimenti, la nostra attività mentale finirebbe per diventare non salutare.
* Se non sei in un bagno pubblico a grande frequentazione, considera la possibilità di sederti: in questo modo, ridurrai al minimo il tuo impatto, lasciando l’ambiente più igienico e risparmiando lavoro a chi dovrà pulire.