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Il fiore è una delle poche cose al mondo che è sempre in grado di risollevarci lo spirito e i sensi, con la sua fragranza; a tutte le latitudini e in ogni tempo. È un simbolo universale di amore e di apprezzamento per gli altri. Allo stesso tempo col suo appassire, a poca distanza dalla fioritura, è tra le manifestazioni più belle ed efficaci dell’impermanenza di tutte le cose. Per questo, stare consapevolmente con un fiore può costituire un’attività di meditazione molto profonda.
Ognuno di noi è un fiore, ma qualche volta siamo un po’ appassiti e abbiamo bisogno di riacquistare vigore. Noi fiori umani abbiamo bisogno di aria. Se inspiriamo ed espiriamo profondamente, in modo cosciente, rifioriamo immediatamente. Possiamo respirare seduti, stando in piedi, coricati o camminando: dopo pochi minuti avremo riacquistato abbastanza freschezza da poter condividere il nostro fiore con gli altri. I nostri amici hanno bisogno che noi siamo un fiore. Qualche volta potranno sentirsi tristi, ma nel vederci felici si ricorderanno del loro fiore e torneranno a sorridere. Ci sosteniamo l’uno con l’altro. Se sappiamo come far rivivere il nostro fiore quando non è più molto fresco, stiamo veramente servendo la comunità.
Ecco un esempio di meditazione che si può praticare in presenza di un fiore:
inspirando, sono grato/a per la fragranza di questo fiore;
espirando, faccio tesoro di questo fiore qui e ora.
Il brano di Thich Nhat Hanh è tratto da Thich Nhat Hanh, “Toccare la pace: la pratica dell’arte di vivere con consapevolezza”, Astrolabio Ubaldini, 1994.
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