meditquanimitào - emaforazione al se

Il semaforo – nostro precettore zen ovunque disponibile – può essere anche un grande maestro di equanimità. E se lo frequentiamo con regolarità può persino insegnarci a vivere meglio.

Può capitare che, arrivando al semaforo, io lo veda verde, da lontano; poi, appena sto per avvicinarmi, scatti il rosso. Allora in automatico penso: “proprio adesso doveva scattare?“, come se quel semaforo fosse lì a mia disposizione, ad aspettarmi. In realtà, il semaforo alterna il rosso e il verde con regolarità, indipendentemente dalle aspettative, dai desideri e dai progetti di qualsiasi abitante della città. Dunque, ecco la prima lezione: io non sono al centro della realtà. Quel semaforo non è lì per me. Segue il suo corso e non posso farci nulla, né sarebbe giusto il contrario. Le cose, infatti, vanno avanti per lo più indipendentemente dalla mia volontà, senza che io possa fare niente per cambiarle. È proprio inutile prendersela troppo, per questo.

Nella nostra vita sperimentiamo un continuo stato di ansia e frustrazione, perché non accettiamo la realtà impermanente e imprevedibile di tutte le cose. Siamo dominati da dukka, un termine buddhista che designa il cronico cadere in uno stato di insoddisfazione, a causa del fatto che non accettiamo che ci siano molte cose che non ci piacciono. L’alternativa a dukka è l’equanimità, che ci consente di accettare che nella vita ci siano cose che ci piacciono e altre che non ci piacciono, senza attaccarsi ossessivamente alle prime e arrabbiarci per le seconde. Il semaforo ci allena all’equanimità, rendendo evidente quanto sia inutile prendersela con il rosso, anche se stiamo arrivando in ritardo a un appuntamento decisivo. Ci può aiutare a “rilassarci nella normalità della realtà che cambia continuamente”, come ha detto Pema Chödrön nel suo libro “Vivi nella bellezza“.

Perciò quando arriviamo al semaforo, dobbiamo solo accettare il suo alternare rosso e verde, senza agitarci. Anzi, rimanendo lì senza fare niente, perché non c’è proprio niente da fare.

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Categorie di questo esercizio: Meditazioni mezzi di trasporto |
Temi di questo esercizio: dukkha | equanimità | meditare in città |
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Immagine di copertina: Alberto Burri, Cellotex, 1982