Se online, catturati dalla frenesia del fare, arriviamo a dimenticare di avere un corpo, è molto probabile che non ci rendiamo nemmeno conto di quanto siamo realmente stanchi. L’interazione coi dispositivi elettronici è infatti un super-eccitante per la mente. Tornare al corpo ci aiuta a rendercene conto.
La nutrizionista Lilian Cheung, che conosce molto bene questa materia, avendo collaborato sia con Thich Nhat Hanh, sia con Google, suggerisce a chi impegnato intensamente al computer:
“Fai una pausa… e ascolta profondamente il tuo corpo. Cosa ti sta dicendo?” *
È uno stimolo semplice, ma al tempo stesso molto potente. In qualsiasi circostanza, possiamo tornare a noi stessi, con l’aiuto del respiro, e far caso a come stiamo veramente, a cosa ci sta comunicando il nostro corpo.
C’è molto da scoprire. Per noi che viviamo in città, che lavoriamo sodo e abbiamo tanti impegni, il corpo spesso non è felice. Anche se è molto stanco, non gli diamo ascolto. Può darsi che il trapezio, il principale muscolo delle spalle, sia teso e stia preparando una bella contrattura. C’è anche la possibilità che le nostre gambe abbiano voglia di muoversi un po’ e riattivare la circolazione. Se sappiamo dare ascolto al nostro corpo, saprà ricompensarci, e consentirci pure di evitare costose terapie contro il dolore. Il nostro corpo è come un bambino. È il bambino che è ancora in noi, e vuole essere ascoltato.
Praticare l’ascolto del corpo può essere utile in molte circostanze diverse:
- al lavoro, dove, presi dagli obiettivi che ci siamo posti, possiamo perdere completamente di vista la nostra reale capacità di sopportare gli sforzi prolungati; e questo vale sia per il lavoro manuale, sia per quello intellettuale, dove non abbiamo a disposizione il campanello d’allarme del dolore muscolare o del sudore;
- nei momenti di pausa, come la sera, il week-end, le vacanze estive: in questi momenti tendiamo a concentrare tutte le cose che dobbiamo o vogliamo fare in alternativa al lavoro – dalla manutenzione della casa agli hobby – dimenticando che la cosa di cui abbiamo bisogno primariamente è il riposo;
- mentre siamo a contatto col cibo, sul quale proiettiamo molti dei nostri disagi – come frustrazione, paura, scarsa autostima – e non facciamo caso agli effetti che ha sul nostro corpo; non solo quelli a lungo termine, ma anche quelli immediati, come appesantimento, mal di testa, bruciore di stomaco, eccetera.
Ogni tanto vale la pena ascoltarsi. Ieri sera, alla fine di una lunga e frenetica giornata di lavoro, ero stanco e molto nervoso. Prima di uscire dall’ufficio, mi sono fermato solo per un paio di minuti a respirare. Sono tornato a casa di ottimo umore.
* Da: Lilian Cheung, Thich Nhat Hanh, “Mangiare zen. Nutrire il corpo e la mente“, Mondadori, 2015.