Deep Web: ecco il lato oscuro che è in ognuno di noi
Il Deep Web o Dark Web è quella parte del web che è invisibile a Google e ai motori di ricerca. Vi si può trovare tutto ciò che è non solo “impresentabile” ai nostri occhi, ma anche illegale: negozi online che vendono armi, droga, “kit” pronti per truffe di qualsiasi tipo.
Gli indirizzi di questi siti sono segreti e cambiano di continuo, ma io ci ho messo 5 minuti ad arrivare a Black Market Reloaded, una sorta di Amazon dell’illegalità, cresciuto a dismisura dopo la chiusura del principale concorrente, Silk Road, paradiso degli spacciatori di droga. Di seguito ne mostro alcune schermate.
Per accedere a questi siti si usa preferibilmente Tor, un browser che consente di mantenete l’anonimato, e i prodotti si pagano coi Bitcoin, una moneta virtuale le cui transazioni rimangono ugualmente anonime.
Qualunque ragazzino può arrivarci ancor più facilmente di me, trovarsi a contatto con queste mercanzie scottanti e magari avere la tentazione di convertire in Bitcoin la propria paghetta settimanale…
Se il Web è sempre più lo specchio dell’umanità, il Deep Web rappresenta la parte di noi che non vogliamo vedere, il nostro lato oscuro. Una sorta di inconscio collettivo, che, al pari dell’inconscio individuale, è in grado di condizionarci senza che ce ne rendiamo conto.
Sappiamo che esiste, ma non ne parliamo mai. Sappiamo che i nostri figli possono finirci dentro in qualsiasi momento, ma facciamo finta di niente. E così il nostro lato oscuro condiziona ogni cosa che facciamo, senza che ce ne rendiamo conto. Fa sì che la paura agisca costantemente dentro di noi.
Ma contro il Deep Web la repressione non serve, né possiamo chiudere le porte di internet ai ragazzi. L’unica arma a nostra disposizione è la consapevolezza. Sapere ciò che facciamo, in ogni momento. Prenderci cura del nostro karma digitale.
Cosa si può comprare su Black Market Reloaded:
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i genitori dovrebbero imporre dei limiti ai propri figli, prima che la situazione sfugga loro di mano.
uno magari manda i ragazzi alla scuola privata, per evitare certe frequentazioni, e poi con l’ipad con cui pensa che stiano studiando vanno a finire in questi siti dove si compra la droga…