Come sarà la mia giornata? Dipende da come faccio la doccia

Come sarà la mia giornata? In buona parte dipende da come faccio la doccia. È in quel momento che pongo le vere basi per l’andamento delle ore successive. Me ne potranno capitare di belle e di brutte, di piacevoli e spiacevoli, ma la vera differenza la farà il mio atteggiamento. Dunque se sarà una giornata buona o una giornata cattiva dipenderà in buona parte da me, dall’atteggiamento che si manifesta in me sin dalle primissime azioni. Lo dico per esperienza diretta personale.
A cosa pensiamo mentre facciamo la doccia?
Ci sono vari modi possibili di fare qualsiasi cosa. Se consideriamo le azioni comuni della vita quotidiana – come andare di corpo, lavarsi, vestirsi, cucinare, mangiare, ecc. – gli atteggiamenti che possiamo avere, mentre le compiamo, variano tra due estremi:
- Essere concentrati unicamente su quello che stiamo facendo
- Pensare a tutt’altro.
L’opzione numero 2, pensare a tutt’altro, è la più comune per tutti noi. Dipende dal funzionamento del nostro cervello. L’evoluzione ha fatto sì che siamo portati a ripetere automaticamente le azioni e le procedure che già conosciamo bene. Questo ci consente, nel frattempo, di concentrarci su qualcos’altro; dunque di essere più efficaci in una vita selvatica, dove bisogna lottare per procurarsi il cibo e difendersi da molti pericoli.
Ma nel frattempo la nostra vita è diventata molto più complicata. Abbiamo la testa piena di ricordi, di idee, di progetti. Appena la lasciamo un po’ libera, la mente se ne va per la tangente, con un’attività frenetica che rimane quasi sempre abbastanza fine a se stessa. Perciò anche in assenza di pericoli, facciamo sempre almeno due cose contemporaneamente.
Il problema di pensare ad altro, specie se lo facciamo di continuo, è che non siamo nel momento presente, nel qui e ora. Essere nel momento presente è molto importante, perché la vita si svolge unicamente nel presente. Il passato non esiste più, se n’è andato per sempre. Il futuro non c’è ancora, è solo un’ipotesi. Esiste solo il presente. Se non siamo nel presente, è un po’ come se non vivessimo veramente. A tutti capita di essere distratti, cioè di pensare ad altro, mentre sta succedendo qualcosa. Poi quel qualcosa non riusciamo a ricordarcelo, perché di fatto era come se fossimo stati assenti.
Concentrarsi su ciò che c’è adesso
Quando invece siamo concentrati unicamente su quello che stiamo facendo, siamo nel flusso della vita. Siamo vivi al cento per cento e riusciamo a vedere realmente ciò che sta accadendo, in noi e intorno a noi. Essere del tutto presenti in modo concentrato è la base per una comprensione profonda della realtà. Per capire la realtà, bisogna abituarsi a osservarla di continuo, partendo dalle piccole cose, quelle apparentemente più insignificanti.
Ecco, quello che ho appena descritto è uno dei principi su cui si basa lo zen. Estendere l’atteggiamento di fondo della meditazione – quello di essere concentrati unicamente su ciò che c’è nel momento presente – alle varie azioni della vita quotidiana. Tali azioni un tempo, quando lo zen ha cominciato a svilupparsi (dall’VIII secolo d.C.) ed era praticato solo dai monaci, erano di un certo tipo: dipingere, fare giardinaggio, disporre i fiori, preparare il tè. Oggi possono comprendere qualsiasi episodio della nostra complessa e convulsa vita quotidiana, dal lavarci i denti al guidare la macchina. Dai primi tempi ad oggi, a dire il vero, lo zen ha sempre mantenuto un certo interesse per le funzioni corporali di base, dal mangiare all’evacuare. Il maestro zen Thich Nhat Hanh ha più volte paragonato la stanza da bagno a una sala di meditazione.
È per questo che il bagno per me è un luogo così importante. Mi sono formato alla meditazione proprio grazie agli insegnamenti zen di Thich Nhat Hanh e sin dall’inizio ho provato a praticare la consapevolezza mentre facevo la pipì, mi lavavo i denti o facevo la doccia. La mattina, mentre me ne sto seduto sul water, dopo qualche respiro, comincio subito a entrare in tema leggendo un libro di dharma, cioè scritto un insegnante di meditazione. È da lì che tiro fuori le letture selezionate per questo sito. Poi cerco di fare in consapevolezza tutto quello che si fa dentro la stanza da bagno. Compreso farmi la barba, che è un’attività bellissima, specie se si usa il pennello per cospargersi il sapone sul volto.
Alle attività che si svolgono dentro la stanza da bagno ho già dedicato diversi articoli, come ad esempio:
- Meditazione della doccia
- Meditazione della pipì
- Liberarsi dall’ansia facendo la pipì
- Meditazione dello spogliarsi e del rivestirsi.
Dalla doccia alle nuvole
Vorrei tornare ancora una volta al tema della doccia. Personalmente la faccio tutte le mattine, come immagino capiti a molti. La doccia è un modo molto efficiente di lavarsi, oltre che ecologico, ed è talmente entrata nelle nostre abitudini che la diamo per scontata. Ecco un’altra cosa che lo zen mi ha insegnato: non dare mai niente per scontato. Il maestro zen Shunryu Suzuki-roshi diceva che la mente zen è un mente da principiante. Penso avesse molta ragione, perché ogni volta che diamo qualcosa per scontato o già riteniamo di conoscerla, non la apprezziamo a sufficienza e spesso neanche riusciamo a conoscerla bene. Con la mente del principiante possiamo vedere le cose come se fosse per la prima volta. Con lo stesso interesse e la stessa capacità di stupirci. Questo ci consente di godere appieno ogni cosa e anche di conoscerla meglio.
Oggi possediamo talmente tante cose che ci riesce difficile apprezzarle. La doccia, ad esempio, la consideriamo come qualcosa di ovvio. Ma la verità è che è un’invenzione piuttosto recente e non c’è in tutte le case. Ci sono ancora centinaia di milioni di persone, più probabilmente miliardi di persone, che neanche se la sognano. Se l’umanità non interverrà al più presto per contenere la crisi climatica in corso, nel giro di non molti anni l’acqua comincerà a scarseggiare e la doccia quotidiana potrebbe addirittura diventare solo un ricordo. Insomma, la doccia è un bene prezioso ed è meglio che ce la godiamo finché ce l’abbiamo a disposizione.
Nell’articolo sulla meditazione della doccia ho già esplorato vari modi per farsi la doccia consapevolmente, tutti sperimentati in prima persona. Adesso vorrei innanzi tutto sottolineare proprio l’importanza di non perdersi la preziosità della doccia. È un momento di piacere fisico che ci regaliamo quotidianamente; non sprechiamolo pensando ad altro! Tanto meno con pensieri di preoccupazione per ciò che potrà accaderci in futuro.
Inoltre quello della doccia è un bellissimo fenomeno che possiamo contemplare in tutta la sua profondità, se sappiamo fare in passo indietro, dal punto di vista intellettuale, e guardarlo con gli occhi della semplicità. Come insegna il maestro Thich Nhat Hanh, l’acqua che esce da quella doccia proviene dalla profondità delle montagne. Lì è arrivata penetrando nel terreno, giorno dopo giorno, grazie alla pioggia. Quest’ultima si è formata a partire dalle nuvole, le quali a loro volta provengono da un’ulteriore trasformazione: quella dell’acqua del mare in vapore, grazie al calore solare.
Non è stupendo poter entrare in contatto così intimo con le nuvole? Non è metafisica, è scienza alla portata di tutti. Se riusciamo a vedere la nuvola nella doccia del mattino, riusciamo anche a cogliere la natura di una realtà in costante trasformazione, dove non c’è niente che si crea e niente che si distrugge. Solo elementi che si trasformano, incessantemente. Di cosa potremmo aver paura, allora?
Per approfondire:
Charlotte Joko Beck – Citazioni e aforismi, biografia, testi e libri
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Una risposta
[…] docciaSempre in bagno, è importante non far passare nella distrazione questo momento stupendo. Qui c’è anche un’altra […]