Come meditare in treno

come meditare in trenoMeditare in treno è una pratica di consapevolezza tra le più interessanti e utili, perché ci aiuta più che mai ad abituarci a stare con ciò che c’è nel momento presente, che è un po’ l’essenza di tutta la pratica di meditazione. Ha anche un limite non da poco: la possiamo fare solo quando viaggiamo in treno. Dunque prendete nota per la prossima volta che salirete in carrozza.

Innanzi tutto bisogna premettere che i treni non sono tutti uguali. Tra il veloce e silenzioso Frecciarossa e il classico treno regionale dei pendolari c’è una bella differenza. Il primo si presta indubbiamente di più, ma anche negli affollati e putridi carri bestiame che trasportano i lavoratori c’è sempre l’opportunità di praticare la consapevolezza. Anzi, è più che mai necessario!

Un’altra premessa importante è che se si vuole praticare la meditazione in treno bisogna essere molto realisti. Le distrazioni sono numerose, specie di carattere sonoro, e il corpo non riesce a stare in quella posizione di agio che è il più importante presupposto alla contemplazione di tutti i fenomeni che transitano nello spazio della coscienza. Perciò non cercate in treno quello che può darvi solo il cuscino da meditazione sul pavimento di casa. È anzi l’occasione per praticare in modo diverso: con la massima attenzione a tutti i fenomeni, ma senza dare loro un nome, un etichetta, un contenuto, e osservando anche le reazioni istintive della mente e del corpo a quei fenomeni.

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Istruzioni

  1. Se avete deciso di dedicare un tempo specifico alla pratica (10, 20, 30 minuti, ecc.), scegliete il momento adatto. Di solito non è all’inizio del viaggio, mentre i viaggiatori si stanno ancora sistemando e l’altoparlante trasmette gli avvisi.
  2. Percepite bene, ascoltando le sensazioni del corpo, la cosa principale che sta avvenendo: il corpo si sta muovendo nello spazio a gran velocità. Ci siamo ormai talmente abituati che non ci facciamo più caso, eppure è un avvenimento eccezionale, per noi animali dotati di due sole zampe per la deambulazione. A farci caso, muoversi in treno è un’esperienza veramente speciale.
  3. Un’altra caratteristica tipica del viaggio è che il corpo non riesce a stare immobile al proprio posto, sempre sballottato da accelerazioni, rallentamenti e curve. È un’occasione unica e meravigliosa per sperimentare la dimensione dell’abbandono, del lasciare andare, dell’affidarci senza ansie a forze più grandi di noi.
  4. Non pretendete di rimanere con la schiena eretta e in posizione verticale, come raccomandano i manuali di meditazione. Ci sarebbero troppe tensioni inutili.
  5. Il viaggio in treno è un’esperienza molto ricca di fenomeni che vanno e vengono nello spazio della coscienza: oltre alle sensazioni del corpo, le voci degli altri passeggeri, le suonerie dei cellulari, le luci, la temperatura. L’esercizio consiste nel contemplare tutti i fenomeni, nessuno escluso, senza giudizi e senza discriminare tra piacevole e spiacevole, bello e brutto, giusto e sbagliato.

In conclusione, la meditazione è un’esperienza di apertura a quello che c’è, e dunque il treno ci insegna a non pretendere che ci siano tutte le condizioni giuste. È una lezione che si applica in ogni circostanza della vita.

Per approfondire:

come meditare

meditare in vacanza

[La foto è di ViktorDobai, Danimarca]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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