Come combattere l’impazienza sul lavoro

Victor1558, 01 (163)Cosa ti succede se la connessione internet se ne va, mentre stai lavorando, se la stampante s’inceppa, se non ritrovi più quel file su cui avevi lavorato così tanto? Emergono impazienza, rabbia, frustrazione. Non è facile uscirne, perché, in quel momento, la tua mente è talmente proiettata verso il futuro, verso uno scopo, che perdi del tutto il senso della misura.

È il momento di fermarti. Prenditi una breve pausa e vedrai cosa succede. Concediti un respiro profondo.  Fermarti ti consentirà di vedere le cose più chiaramente: capire se veramente quei pochi minuti in più o in meno sono determinanti; constatare con che mole di impegni e di obiettivi da raggiungere hai riempito la tua giornata; verificare se per caso ti stai mettendo alla prova, pretendendo un po’ troppo da te stesso/a.

Fermarti ti aiuterà anche ad entrare in contatto col qui e ora, cioè con la realtà più autentica: il tuo corpo, nella posizione che ha assunto in questo momento nello spazio, e la tua mente, nello stato in cui si trova in questo momento. Finché ti proietti verso il futuro, cioè verso obiettivi da raggiungere e adempimenti da portare a termine, perdi il contatto con la realtà, che esiste solo nel momento presente.

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Come fare

Appena ti accorgi che la tua mente è catturata dall’impazienza, concentrati unicamente sul tuo respiro. Ad esempio, ripetendo mentalmente queste frasi:

inspirando, so che sto inspirando

espirando, so che sto espirando

Se ti concentri solo sull’aria che entra e che esce, e sugli effetti che la respirazione ha sul tuo corpo, troverai immediatamente un senso di calma e di pace. Poi potrai riprendere il tuo lavoro, ma con ben altro stato d’animo!

Puoi decidere, che ogni volta ti fermerai per tre respiri. È una tecnica molto potente. E con l’esercizio quotidiano, diventerà sempre più efficace.

Lilian Cheung consiglia di farsi aiutare eventualmente da supporti visivi, puntando lo sguardo, ad esempio, su una pianta o su uno screen saver ad hoc.

Può darsi che nessuno dei colleghi intorno si accorga di ciò che si facendo. Ma se sei tu il capo, considera l’ipotesi di proporre attivamente, a chi lavora con te, un addestramento alla consapevolezza, come fanno aziende tipo Google.

[Ringraziamenti: a Mirabai Bush, per il suo articolo su Mindful Response to Frustration and Impatience at Work; a Lilian Cheing, per il suo articolo De-Stress Instantly at Work]

Vedi altri articoli su:

[La foto iniziale è di Victor1558]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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Una risposta

  1. simone ha detto:

    Ho trovato il vostro blog su google e sto leggendo alcuni dei tuoi post iniziali. Il tuo blog è semplicemente fantastico.

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