Come coltivare la felicità con la respirazione consapevole
È possibile coltivare la felicità, cioè comportarsi deliberatamente in un modo tale che ci renda più felici, qualsiasi siano le circostanze della vita? Sì, è possibile, grazie a un metodo molto semplice che qui illustrerò, con l’aiuto del maestro zen Thich Nhat Hanh. È un metodo che, pur nella sua semplicità, richiede due premesse essenziali: motivazione e costanza. Grazie ad esse, è possibile coltivare la propria felicità – e quella di chi ci sta vicino – ricorrendo a due semplici strumenti:
- la respirazione consapevole;
- il consumo mentale consapevole.
Il metodo ce lo spiega molto bene lo stesso Thich Nhat Hanh nel breve frammento video che riporto di seguito, e al quale desidero aggiungere solo qualche premessa di spiegazione.
L’Anapanasati Sutta
Il metodo esposto è tratto dall’Anapanasati Sutta, o Sutra sulla Consapevolezza del Respiro, uno dei più importanti testi della tradizione buddhista.
Tengo a precisare, come faccio spesso, che riferirsi agli insegnamenti buddhisti non significa necessariamente essere buddhisti. Il Buddhismo ci ha tramandato molti insegnamenti utili per ridurre la sofferenza, i quali non richiedono affatto di credere in qualcosa o di aderire in blocco a una filosofia o tanto meno a una religione. Sono solo pratiche da sperimentare e verificare se e come funzionano per se stessi.
L’Anapanasati Sutta fornisce istruzioni complete sulla consapevolezza del respiro, che è una tecnica di meditazione fondamentale nel Buddhismo. Il testo è uno dei pochi sutra che contiene istruzioni dettagliate per la meditazione. “Sutra” è un termine che si riferisce a un breve testo sacro contenente insegnamenti spirituali o filosofici importanti per diverse tradizioni religiose dell’Asia.
L’Anapanasati Sutta si basa sui 4 fondamenti della Presenza Mentale (Satipatthana):
- consapevolezza del corpo;
- consapevolezza delle sensazioni;
- consapevolezza della mente;
- consapevolezza degli oggetti mentali.
Per ciascuno di essi vengono descritti 4 esercizi basati sulla respirazione consapevole. Dunque sono 16 esercizi di respirazione consapevole in tutto. Quello di cui parliamo oggi è il decimo esercizio, che consente di “allietare la mente”.
Una caratteristica molto importante dell’Anapanasati Sutta è quella di descrivere in maniera compiuta il metodo di comprensione buddhista, che è molto diverso dal metodo di comprensione a cui siamo abituati, che potremmo definire “occidentale”.
Comprensione occidentale
La comprensione occidentale si basa sulle facoltà razionali, sul ragionamento, e si attua totalmente attraverso la mente.
Parte dal presupposto della realtà come una serie di oggetti e fenomeni separati e indipendenti.
Comprensione buddhista
La comprensione buddhista viene raggiunta attraverso l’osservazione diretta della mente e del corpo.
Parte dal presupposto della realtà come impermanente, interdipendente e priva di un sé sostanziale.
Il consumo mentale consapevole
Thich Nhat Hanh, nel suo discorso in cui descrive il decimo esercizio sulla respirazione consapevole tratto dall’Anapanasati Sutta, fa riferimento a un modello di descrizione della mente molto efficace. Tale modello è basato sui concetti di coscienza mentale e coscienza deposito:
La “coscienza mentale” si riferisce alla coscienza sensoriale che sperimentiamo ogni volta che entriamo in contatto con un oggetto attraverso i nostri sensi. È un processo mentale continuo che cambia ogni volta che sperimentiamo un nuovo oggetto.
La “coscienza deposito” si riferisce invece alla coscienza profonda e inconscia che contiene tutte le tracce delle esperienze passate e che si ripete di vita in vita. È il deposito di tutte le tendenze, le abitudini e le inclinazioni mentali che abbiamo acquisito in passato e che influenzano la nostra esperienza presente.
Ogni esperienza che viviamo nella nostra vita lascia dei “semi” nella nostra coscienza deposito. Tali semi rimangono quieti, fino a quando uno stimolo esterno li fa riemergere, proprio come quando si innaffiano i semi sepolti nella terra per fargli germogliare.
Per “consumo mentale consapevole” si intende l’assunzione deliberata di un atteggiamento che ci esponga il più possibile a stimoli positivi, per innaffiare e far crescere i semi benefici già presenti in noi. È il metodo della cosiddetta “innaffiatura selettiva” dei semi nella coscienza deposito.
È un tipo di consumo mentale, più che materiale, e consiste nel selezionare accuratamente gli stimoli mentali a cui ci sottoponiamo tutti i giorni, che possono comprendere:
- letture di libri, riviste, contenuti online;
- visione di film e serie TV;
- scelta di chi seguire sui social;
- ascolto di radio e podcast;
- conversazioni con altre persone.
A queste fonti va aggiunto il più importante di tutti i nutrimenti mentali a cui siamo sottoposti: la nostra mente. Produciamo pensieri di continuo, 24 ore su 24, e tali pensieri piantano ulteriori semi nella nostra coscienza deposito. Sono semi più cattivi che buoni. Per prenderci cura di questa parte di consumo mentale, abbiamo a disposizione vari strumenti come:
- la meditazione seduta e camminata;
- svolgere le azioni della vita in presenza mentale, senza pensare;
- partecipare a ritiri di meditazione.
Abbiamo parlato di questo argomento e praticato insieme una meditazione ad hoc per comprenderlo meglio, proprio la settimana, durante uno dei nostri incontri online in diretta di pratica condivisa. In questa pagina puoi vedere la registrazione dell’incontro e accedere ai vari materiali utilizzati. Sia la partecipazione agli incontri che l’accesso alle registrazioni e ai materiali sono riservati agli iscritti a Zen in the city con il livello di Praticante.
Approfondimenti su questo tema:
Gli Approfondimenti sono riservati agli iscritti con livello Praticante.
Per approfondire:
Thich Nhat Hanh – Così la nostra coscienza ci nutre o ci avvelena
Alan Wallace – Così il respiro consapevole guarisce il corpo
Consulta l’indice tematico per approfondire i temi trattati qui: coltivare la mente, respiro consapevole, nutrimento mentale, coscienza deposito.
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