La notte che una chihuahua mi ha fatto capire cos’è la rabbia

cos'è la rabbia

Ho capito cos’è la rabbia e qual è la sua vera natura, una notte a Milano, grazie a una cagnetta chihuahua non proprio simpatica.

Per capire la storia – e quindi anche un po’ per capire cos’è la rabbia – è necessario che io spieghi un po’ il contesto. Mi capita spesso di dormire a Milano e a volte lo devo fare in locali Airbnb un po’ rimediati, se non prenoto con parecchio anticipo. Un tipo di alloggio che si trova molto, a un budget contenuto, è la stanza del figlio andato via dalla famiglia, gestito da signore sole (non so perché, ma è quasi sempre così). In questi posti ci dormo volentieri, non solo perché mi adatto facilmente, ma anche perché sono sempre abbastanza interessanti, come spaccato sociale. Ma sono anche consapevole della presenza di un retro-pensiero che – pur rimanendo sullo sfondo – a suo modo incombe. Secondo questo pensiero, sarebbe molto più bello avere un mio appartamento che mi aspetta, nella città più dinamica d’Italia. Magari in uno dei quartieri più fighi, come Brera o Isola. Questi retro-pensieri, anche se se ne stanno buoni buoni in sordina, non vanno mai trascurati, quando vogliamo osservare il nostro modo di comportarci e capire chi siamo veramente.

Tutti noi ci costruiamo il personaggio su misura di noi stessi – credendo sul serio di essere quel personaggio – e non vogliamo assolutamente che emerga qualcosa in noi che ne contraddica le caratteristiche.

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La prima cosa che ho imparato su cos’è la rabbia

Insomma, arrivo nel mio alloggio e la signora mi presenta subito la chihuahua, una cagnetta che ce l’ha col mondo intero. Senza esitare mi manifesta la sua aperta ostilità, con quel suo abbaio acuto e insistente da cagnolino da appartamento. A mo’ di scuse, la signora spiega che il povero animale è stato preso da un allevamento di chihuahua a pelo lungo, dove per diversi anni ha avuto il compito di figliare a ripetizione, dovendo subire i maltrattamenti che negli allevamenti intensivi sono la norma.

Questa spiegazione acquieta sul nascere qualsiasi sentimento di ostilità da parte mia. La mia sensibilità di animalista – che fa parte del personaggio di cui sopra – si manifesta immediatamente in un impulso di compassione. Vorrei addirittura essere suo amico, magari ci riuscirò. Inoltre già mi fa capire una cosa sulla rabbia. Questa cagna esprime apertamente la sua rabbia, quasi una specie di odio verso il genere umano, ma ne ha subite di tutti i colori. Insomma, c’è sempre un’esperienza di sofferenza, dietro i comportamenti ostili. Questo vale allo stesso modo per gli esseri umani.

 

La rabbia è come un ospite discreto

Verso le 4 di notte mi alzo per andare in bagno, che sta sull’altro lato del corridoio. Grazie al bagliore che filtra dall’esterno, non c’è bisogno di accendere la luce. Faccio pochi passi all’interno del bagno, sufficienti per realizzare che avevo messo il piede (per fortuna protetto da un’infradito) sopra qualcosa di soffice. Era una cacchetta della chihuahua! È facile immaginarsi quanto sia stato piacevole pulire tutto quello che c’era da pulire, con pezzetti di carta igienica e acqua del rubinetto, a quell’ora della notte! Dopo mi è stato molto difficile prendere sonno. Con la rabbia non ci si rilassa tanto facilmente.

Il problema è che la rabbia è come un ospite discreto, che di suo se ne andrebbe presto, ma se gli offriamo continuamente qualcosa di buono da mangiare, diventa molto difficile liberarsene. E siamo proprio noi ad alimentarla!

Ad alimentare quella rabbia, ci si è messo anche il retro-pensiero di cui ho parlato, che da retro è stato promosso a pensiero avanzato, del tipo “ma guarda in che posti di merda mi tocca dormire”. A suo modo, è una variante dello storico “lei non sa chi sono io”. Insomma , un tipo di pensieri che non vorrei mai si formassero nella mia mente. Ma tant’è.

Poche ore dopo, la mattina in ufficio, già raccontavo la storia ai colleghi facendoci sopra grasse risate. Perché è proprio così. Una cosa che mi fa arrabbiare da matti oggi, tra dieci anni mi farà sorridere o forse addirittura ridere.

 

Le altre due cose che ho imparato su cos’è la rabbia

Alla fine posso dire che la piccola chihuahua a pelo lungo mi ha fatto capire due cose fondamentali sulla rabbia.

 

  1. La rabbia è un sentimento passeggero. Questo bisogna sempre ricordarselo, in qualsiasi circostanza. Ci arrabbiamo perché l’evoluzione ci ha resi così. Quando uno dei nostri antichi progenitori subiva un attacco da parte di un altro membro della comunità, manifestando la rabbia poteva scoraggiare chi assisteva alla scena dal fare lo stesso. Oggi continuiamo ad arrabbiarci, anche se non viviamo più in piccole comunità, perciò non serve a molto. Ma soprattutto è uno stato d’animo di durata assai breve, giusto quello che serve per raggiungere il suo scopo. È una formazione mentale che si manifesta quando si verificano determinate cause e condizioni. Nulla di più. Ne ne siamo ben consapevoli, possiamo ricordarcelo persino mentre ci arrabbiamo. Per me ormai è così, e di questo devo ringraziare la pratica e i maestri che me l’hanno insegnata.
  2. Dobbiamo allontanare l’attenzione dall’oggetto della rabbia. Questo è un altro aspetto molto importante, che ho imparato in particolare da Joseph Goldstein. Se succede qualcosa che mi fa arrabbiare, e con la mente torno e ritorno all’oggetto della rabbia – ad esempio il fatto, la persona o la cosa che mi ha irritato – la rabbia viene alimentata di continuo e torna sempre alla ribalta. Se invece distolgo l’attenzione – cioè non ripenso più a quel fatto, quella persona o quella cosa – la rabbia svanisce. Poi, con calma, ci potrò ripensare, ma con molta lucidità in più!

Goldstein spiega molto bene questo concetto con un paragone geometrico. Poniamo che A sia ciò che mi ha fatto arrabbiare e io sia B. Se B si riavvicina continuamente ad A – se cioè torno di continuo col pensiero a quella cosa o persona – A e B diventano inseparabili. Se invece B va verso C – cioè si interessa ad altro – riesce a liberarsi da A.

 

In conclusione, sono immensamente grato alla povera chihuahua che, con il suo atto ostile, mi ha dato un grande insegnamento sulla rabbia. Peraltro ho avuto conferma del fatto che molto spesso ciò che consideriamo un problema si trasforma invece in opportunità. E viceversa.

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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