Celebrazione dello stare bene

stare bene

Oggi propongo una riflessione e una meditazione guidata sul piacere di stare bene. Più che una riflessione, è una celebrazione, un modo di festeggiare qualcosa che in genere diamo ingiustamente per scontato. Il maestro zen Thich Nhat Hanh dice che quando abbiamo il mal di denti, siamo ben consapevoli della sensazione sgradevole che proviamo. Ma quando non abbiamo mal di denti, non ci pensiamo e così non riusciamo a trasformare quella sensazione neutra in qualcosa di positivo, nella gioia di non avere il mal di denti!

È più facile lamentarci che essere riconoscenti

Così è fatta la nostra mente: tendiamo a porre l’accento sulle difficoltà, su ciò che ci manca e di cui sentiamo il bisogno, piuttosto che su ciò che abbiamo già. Questo credo sia il prodotto degli adattamenti della mente umana nel corso dell’evoluzione. Dal punto di vista della sopravvivenza della specie in un ambiente selvatico, è più utile stare sempre in guardia, anziché godersi quello che si è già conquistato. Ma nella nostra civiltà decadente del ventunesimo secolo, nella quale abbiamo molto, ma molto di più di ciò che ci serve, possiamo permetterci un ulteriore lusso, quello di goderci ciò che è già a nostra disposizione.

In questo momento storico, quasi tutti abbiamo un tetto sulla testa e cibo a sufficienza, abbiamo medicine per curarci e persino le guerre sono una merce sempre più rara. Le nostre necessità sono molto cambiate. Come parte di un’umanità sempre più affollata, che abita una Terra sempre più sofferente, abbiamo bisogno soprattutto di sentirci bene, in pace con noi stessi e con gli altri. Inoltre come umani siamo soggetti ad ammalarci e a invecchiare. Poniamo il caso che io domani mi ammali o subisca una qualche menomazione. Può benissimo succedere (me la sto tirando da solo!). Ripenserò con nostalgia ai tempi in cui stavo bene, in cui ero libero di muovermi a mio piacimento e fare questa o quell’altra cosa. Non provavo dolore, non dipendevo dagli altri, e così via. Ma forse il sentimento dominante potrebbe essere proprio il rimpianto di non essermi goduto fino in fondo il fatto di stare bene!

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Carpe diem: ancora non abbiamo imparato!

Goderci ciò che abbiamo, finché ce l’abbiamo. Qual è la difficoltà? L’aveva insegnato Epicuro nel quarto secolo avanti Cristo. La sua dottrina sulla felicità, come qualcosa che deriva principalmente dall’assenza di dolore, è stata molto popolare nell’antichità. Il poeta latino Orazio, suo seguace tre secoli dopo, l’aveva riassunta nella famosa locuzione “carpe diem”. Poi ancora molto dopo, nel XV secolo, Lorenzo il Magnifico aveva ribadito il concetto nei celeberrimi versi della Canzone di Bacco:

Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

Insomma: ce l’anno detto e ripetuto in tutti i modi e in tutte le salse, ma noi siamo qui, nel periodo più opulento della storia dell’umanità, a lamentarci di continuo di quello che non abbiamo!

La preziosità del corpo

Una cosa preziosa ce l’abbiamo tutti: il corpo. È il tratto peculiare della nostra incarnazione umana ed ogni corpo è unico e irripetibile. Questo insieme così complesso di elementi, potente e fragilissimo al tempo stesso è la risorsa principale di cui disponiamo. Ancora una volta devo citare Thich Nhat Hanh, il quale, alla domanda “Come faccio ad amarmi?”, risponde dicendo che la cosa più importante è essere consapevoli del proprio corpo. Se torni al corpo scopri che è una meraviglia, che contiene tutte le informazione sulla storia del cosmo.

Il cosmo si è riunito per produrre questa meraviglia che è il tuo corpo, e se tu sai come entrare in contatto col tuo corpo, puoi entrare in contatto con l’intero cosmo, con i tuoi antenati e anche con le generazioni future, che sono già dentro al tuo corpo e si manifesteranno in futuro.

Perciò, nell’invitarvi alla celebrazione dello stare bene, propongo di non indugiare oltre e approfittare subito del benessere che abbiamo oggi. Forse potremmo rimpiangerlo domani. Non ho il mal di testa? Stupendo, è una sensazione meravigliosa, specie se ripenso alle volte che ce l’ho avuto e non riuscivo a concentrarmi su niente. Non ho mal di stomaco? Che bello, mi sento completamente a mio agio! I miei piedi e le mie gambe funzionano bene? Grande notizia, posso andare dove voglio! E così via.

Questa celebrazione può essere compiuta con la ritualità che merita, passo dopo passo, esplorando ed omaggiando ogni parte del corpo con lo stesso spirito di chi compie un pellegrinaggio in un luogo sacro. Ad ogni cosa che osserviamo nel nostro corpo può essere tributata la dovuta riconoscenza, e questa può diventare la solida base per la felicità più autentica.

E se non sto bene?

Qualcuno si domanderà come è possibile beneficiare di un’analoga felicità se non si gode di buona salute. La mia celebrazione dello stare bene potrebbe suonare addirittura beffarda, per chi è malato o è vicino a persone malate e sofferenti. Qui il discorso è un po’ lungo e ho solo il post di un blog a disposizione. In sintesi, io penso che mentre soffriamo fisicamente, possiamo sempre gioire per la bellezza del nostro corpo nel senso indicato da Thich Nhat Hanh, ma anche per ciò che continua a funzionare bene. C’è sempre qualcos’altro, nel corpo, che continua a funzionare come vorremmo. Magari è proprio la mente, che è inseparabile del corpo.

La cosiddetta Mindfulness, oggi così popolare in ogni ambito, fu inventata da Jon Kabat-Zinn per uno scopo specifico: aiutare le persone malate di patologie gravi e dolorose a non soffrire più del necessario. Quando proviamo dolore o siamo malati, infatti, trasformiamo il dolore, che è solo una sensazione fisica, in sofferenza, che è uno stato di reale disagio. Ma tutto ciò è opera della mente. È dalla mente, dunque, che dobbiamo partire per scoprire finalmente il tesoro di valore inestimabile che è sempre stato a nostra disposizione: il tesoro del corpo.

Ascolta la meditazione guidata:

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Zen in the city. L’arte di fermarsi in un mondo che corre

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"Questo libro è stato il mio primo contatto con lo zen. Per me che sono appena approdata in questo mondo è stato una rivelazione, perché parla di pratiche quotidiane che non necessitano di particolari conoscenze, ma che aiutano a vivere la vita in modo più sereno. è un libro alla portata di tutti, esordienti e esperti. è bello potercisi affidare in davvero molti momenti della giornata, perché nel libro si riesce a trovare la giusta…
Paolo Subioli

Ho scritto questo libro per condividere ciò che ho imparato nell’ambito della mia pratica quotidiana, grazie agli insegnamenti dei maestri, ma anche e soprattutto dell’esperienza diretta.

[La foto è di Jose A. Pérez]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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