Antologia dell’inattività: come i grandi maestri parlano del non fare niente

non fare niente

Non fare niente è considerata la base dell’ozio, il padre di tutti i vizi, ma anche una virtù essenziale di chi vuole intraprendere un cammino spirituale di crescita interiore. Ecco come ne hanno parlato alcuni grandi maestri.

Thich Nhat Hanh

Ecco cosa dice dell’arte di non fare nulla il maestro zen vietnamita Thich Nhat Hanh.

Nella nostra società, abbiamo la tendenza a considerare il non fare niente come qualcosa di negativo, se non addirittura di malvagio. Ma quando ci perdiamo nelle attività, non facciamo altro che diminuire la qualità della nostra vita. Facciamo a noi stessi un disservizio. È importante, invece, preservare noi stessi, la nostra freschezza e il buon umore, la nostra gioia e la compassione. Nel Buddhismo, coltiviamo la “assenza di scopo”, ed infatti, nella tradizione buddhista, la persona ideale, un “arhat” o “bodhisattva”, è una persona poco occupata, qualcuno che senza un posto di preciso dove andare o qualcosa da fare. La gente dovrebbe imparare come stare lì semplicemente, non facendo niente. Provate a passare una giornata senza fare niente; non la chiamiamo una “giornata pigra”. Eppure, per molti di noi, abituati a correre da una parte all’altra , una giornata pigra è realmente un compito assai arduo! Non è facile essere e basta. Se riuscite ad essere felici, rilassati e sorridenti, quando non state facendo qualcosa, siete abbastanza forti. Non fare niente porta qualità nell’esistenza, che è molto importante. Così, non fare niente è veramente qualcosa. Per favore, scrivetelo ed mettetelo in evidenza all’interno della vostra casa: Non fare niente è qualcosa.

Da: Thich Nhat Hanh, Answers from the Heart, Parallax, 2009. La traduzione è mia dal blog di Lilian Cheung.

Lo stesso Thich Nhat Hanh dice, in un altro brano:

Affinché nel nostro corpo e nella nostra anima possa avvenire una guarigione, dovremmo imparare a permettere sia al corpo sia alla coscienza di riposare. Nessuno sforzo dovrebbe essere fatto né dal corpo né dalla coscienza. Questo è samatha, la pratica del fermare e calmare, ed è qualcosa che va imparato. La pratica di samatha, fermare, è la pratica del non fare niente. Abbiamo per tanto tempo sacrificato il momento presente considerandolo solo un mezzo per ottenere le cose in futuro, ma questa è una tendenza da interrompere.

Henry David Thoreau

Il seguente brano è tratto da “Walden, ovvero La vita nei boschi”, un libro del 1854 di Henry David Thoreau. Il volume è il resoconto dell’avventura di Thoreau, che dedicò oltre due anni della propria vita presso una capanna, costruita in gran parte da solo, sulle sponde del lago Walden, a “cercare un rapporto intimo con la natura e insieme a ritrovare se stesso in una società che non rappresentava ai suoi occhi i veri valori da seguire, ma solo l’utile mercantile”. Nel brano di Thoreau, che trovate in questa pagina, egli commenta in questo modo la sua condizione oziosa:

Agli occhi dei miei concittadini, questo mio modo di vivere appariva, senza dubbio, estremamente ozioso; ma se, invece, i fiori e gli uccelli avessero pensato di giudicarmi in base alla loro maniera di vivere, certamente non sarei stato trovato in difetto. L’uomo deve trovare in se stesso le occasioni di elevarsi, è vero; il giorno naturale è molto calmo, e difficilmente gli rimprovererà questa indolenza. Rispetto a quelli che erano obbligati ad andare in società o a teatro per divertirsi, io, nella mia maniera di vivere, avevo per lo meno il vantaggio che la mia vita stessa era diventata il mio divertimento, e che non cessava mai d’essere nuova.

Gesù

Il prossimo brano è tratto dal vangelo di Luca (10,38-42), nel quale si narra la storia di Marta e Maria, figure paradigmatiche del contrasto tra vita attiva e vita contemplativa. La posizione di Gesù, a riguardo, non lascia spazio a dubbi.

Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio; e una donna, di nome Marta, lo ricevette in casa sua.

Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola.

Ma Marta, tutta presa dalle faccende domestiche, venne e disse: «Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».

Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria.

Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta».

Mariangela Gualtieri

Mariangela Gualtieri è una poetessa e scrittrice, nata a Cesena nel 1951. Nella poesia che segue, ci proietta nella dimensione sospesa del non fare, l’unica possibile per entrare pienamente in contatto con il qui e ora.

In attesa

La mano è felice oggi.
Un fare niente la riempie
di pace vegetale. Sono come
in attesa. Sono un animale
che ozia, che riposa nella sua buccia
un frutto appeso al ramo
nella maturazione.
Sono un pugno di ghiaia
del vialetto. Una sterpaglia secca
in una attesa indifferente d’acque.
E così pacificata e illesa
ancora incolume alla vita
deposta ogni pretesa, senza dolore oggi
porto il mio colore rosa
come bandiera
niente altro che uno stare quieti
in attesa. Niente altro che questo
qui e ora.

Bertrand Russel

Bertrand  Russell (1872-1970) è stato un filosofo, logico, matematico, attivista e saggista britannico. Fu un autorevole esponente del movimento pacifista, nonché divulgatore della filosofia. Si avvicinò alle correnti filosofiche del razionalismo, dell’antiteismo e del neopositivismo.

In un mondo dove nessuno sia costretto a lavorare più di quattro ore al giorno, ogni persona dotata di curiosità scientifica potrebbe indulgervi. […] Soprattutto ci sarebbe nel mondo molta gioia di vivere invece di nervi a pezzi, stanchezza e dispepsia. Il lavoro richiesto a ciascuno sarebbe sufficiente per farci apprezzare il tempo libero, e non tanto pesante da esaurirci. E non essendo esausti, non ci limiteremmo a svaghi passivi e vacui. Almeno l’uno per cento della popolazione dedicherebbe il tempo non impegnato nel lavoro professionale a ricerche di utilità pubblica e, giacché tali ricerche sarebbero disinteressate, nessun freno verrebbe posto alla originalità delle idee.

Ma i vantaggi di chi dispone di molto tempo libero possono risultare evidenti anche in casi meno eccezionali. Uomini e donne di media levatura, avendo l’opportunità di condurre una vita più felice, diverrebbero più cortesi, meno esigenti e meno inclini a considerare gli altri con sospetto. La smania di far la guerra si estinguerebbe in parte per questa ragione, e in parte perché un conflitto implicherebbe un aumento di duro lavoro per tutti. Il buon carattere è, di tutte le qualità morali, quella di cui il mondo ha più bisogno, e il buon carattere è il risultato della pace e della sicurezza, non di una vita di dura lotta.

I moderni metodi di produzione hanno reso possibile la pace e la sicurezza per tutti; noi abbiamo invece preferito far lavorare troppo molte persone lasciandone morire di fame altre. Perciò abbiamo continuato a sprecare tanta energia quanta ne era necessaria prima dell’invenzione delle macchine; in ciò siamo stati idioti, ma non c’è ragione per continuare ad esserlo.

Puoi leggere tutto il testo di Russel in questa pagina.

Alan Watts

Alan Watts (1915-1973) è stato un filosofo e oratore inglese, noto per i suoi studi e l’opera di divulgazione e insegnamento incentrati sul buddhismo zen e altre filosofie orientali. Gli abbiamo dedicato una pagina di riferimento e una sezione ad hoc del sito.

Le moderne comunità zen, sia Soto che Rinzai, attribuiscono la massima importanza alla meditazione o “zen seduto” (za-zen). Può sembrare tanto strano quanto irrazionale che uomini forti e intelligenti debbano semplicemente sedere, calmi, per ore e ore. La mentalità occidentale sente che cose del genere sono non soltanto innaturali, ma costituiscono anche un grande sciupio di tempo utile, per quanto proficue come esercizio di pazienza e fortezza. Sebbene l’Occidente abbia la sua tradizione contemplativa nella chiesa cattolica, la vita dello “star seduti e contemplare” ha perduto il suo interesse, poiché non si apprezza nessuna religione che non “migliori il mondo” e non è facile intendere come il mondo possa migliorare standosene immobili. Pure dovrebbe essere evidente che l’azione senza saggezza, senza una chiara consapevolezza del mondo qual è in realtà, non può migliorare nulla. Inoltre, come l’acqua torbida si chiarifica meglio lasciandola immobile, si potrebbe argomentare che le persone quietamente sedute senza far nulla stanno arrecando uno dei maggiori giovamenti a un mondo in tumulto.

Non c’è davvero nulla di innaturale nello star seduti a lungo quietamente. I gatti lo fanno; e anche i cani e altri animali ancora più nervosi. Lo fanno i cosiddetti popoli primitivi (come gli indiani americani, e i contadini di quasi ogni nazione). È un’arte molto difficile per chi ha sviluppato l’intelletto sensitivo a tal punto che non può fare a meno di prevedere il futuro, e così deve tenersi in un continuo turbine di attività per raccogliere gli indizi. Ma pare che non essere capaci di sedere e di osservare mentalmente in completo riposo equivalga a non essere capaci di avere un’esperienza completa del mondo in cui viviamo. Poiché non si conosce il mondo semplicemente pensandoci e occupandosene: si deve anzitutto sperimentarlo direttamente, e prolungare l’esperienza senza balzare alle conclusioni.

In questa pagina puoi trovare il brano intero e i riferimenti.

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