Meteo: perché conviene ignorare le previsioni

previsioni meteoLe previsioni meteo sono diventate una delle nostre ossessioni quotidiane. Vogliano sapere che tempo farà oggi, domani, tra una settimana, tra un mese. E in ogni momento abbiamo a disposizione un sito, una app, una TV o un giornale pronti a svelarcelo. Ma ci serve veramente saperlo?  Ecco tre motivi per ricorrere al meteo solo quando è strettamente necessario.

La natura nemica

Diamo per scontato che la pioggia sia la cattiva notizia e il sole quella buona. Se piove dunque ci lamentiamo, come se dovesse essere sempre sereno. Come se non sapessimo che i luoghi dove è sempre sereno esistono e si chiamano deserti, e non ci si vive proprio comodi. Come se non sapessimo che il nostro corpo è fatto per la maggior parte di acqua e senza la pioggia non potremmo vivere.

Non accettiamo la pioggia perché ci siamo allontanati troppo dalla natura, da chi siamo veramente. Ci siamo dimenticati di essere animali che si sono evoluti nell’arco di centinaia di migliaia di anni per vivere a contatto con il sole, la pioggia, le piante e gli animali di altre specie. È per questo che dentro casa, pur sentendoci protetti, abbiamo bisogno di coltivare le piante e ospitare altre specie animali, come cani e gatti.

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A vederla per quello che è, la pioggia è raramente un vero problema. Riconciliarci con la pioggia può essere una bella pratica, che ci riporta alla nostra vera natura.

L’illusione soluzionista

Google e gli smartphone ci stanno abituando ad una dimensione nella quale c’è sempre una soluzione a portata di mano, una app per ogni problema. Senza rendercene conto siamo influenzati dall’ideologia del “soluzionismo tecnologico“, per la quale è possibile risolvere persino le situazioni sociali complesse, se si trova il giusto algoritmo (ne sanno qualcosa quelli del movimento 5 stelle).

Ormai nessuno dice più “per domani è prevista la pioggia”, ma “domani piove”, come se, grazie al meteo, potessimo conoscere il futuro. Tendiamo a scambiare le previsioni meteo per profezie e le interroghiamo anche per date lontane, come se non si trattasse di previsioni probabilistiche su fenomeni molto complessi, quasi impossibili da anticipare a distanza di giorni.

Questa nostra ingenuità è la stessa che spingeva gli antichi greci a recarsi al santuario dell’oracolo di Delfi. Vogliamo sapere cosa ci stanno preparando gli dèi, per sentirci rassicurati. Perché la verità è che oggi abbiamo tutti una paura fottuta del futuro e sapere cosa succederà domani ci fa sentire più tranquilli.

Aprirsi alla vita

Vogliamo dunque fuggire dal nostro passato, come animali umani, ma anche dal nostro futuro, come parte di un’umanità folle che sa di andare verso l’autodistruzione. E questo ci fa vivere il presente in modo alienato, sempre alla ricerca di qualche sicurezza alla quale aggrapparci.

Ma nella vita accadono di continuo cose che non ci aspettavamo e non desideravamo. “La vita è quello che ti accade mentre sei occupato a fare altri progetti”, diceva una canzone di John Lennon. L’unico modo che abbiamo per non arrabbiarci di continuo è essere aperti all’imprevisto, accogliere ciò che verrà, se non proprio come un dono, per lo meno con un atteggiamento di apertura. Come insegna Pema Chödrön, possiamo

essere pienamente presenti, sentire in nostro cuore e accogliere il momento successivo con una mente aperta.

Questo ci farà vivere sicuramente meglio. Anche se non abbiamo portato con noi l’ombrello.

PS – Consiglio pratico: provate a confrontare le previsioni di MeteoAM.it (il sito dell’Aeronautica Militare, quello con le informazioni più fresche) e ilMeteo.it (il sito meteo meglio realizzato). Se si va nel dettaglio dell’ora, differiscono quasi sempre.

[La foto è di Alin Rusu]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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