È giusto pubblicare su Facebook o altri social media le foto dei propri figli e dei bambini in generale? Pur ritenendo che non lo sia, provo qui a riassumere le argomentazioni a favore di questa diffusa pratica, legata soprattutto al desiderio di condividere con amici e famigliari le gioie dei propri legami affettivi. L'argomento è molto caldo, e lo dimostra il grande interesse e il vivo dibattito suscitati dall'articolo "No alle foto online dei propri figli, ecco perché". Ecco di seguito l'elenco degli argomenti a favore.
Non ho nulla da nascondere. Secondo persone come Anna, una commentatrice dell'articolo, "chi non ha nulla da nascondere non teme queste forme di controllo, anzi, ben vengano". Tecnologie come le telecamere, ad esempio, consentono di prevenire o punire molti crimini.
A chi interessa? Per Barbara, non c'è nulla di male "se un perfetto estraneo gua
ma una foto è mai quella persona? O una luna riflessa nello stagno?
Certo, oggi i più si accontentano, si sviliscono dianzi l’apparenza piuttosto che
cercare la vera essenza.
Ma come fai a dire che sono argomentazioni ragionevoli? Sono quanto di più retorico e fallace si possa immaginare. Ecco come te le smonto una per una:
1.La storia del “non ho nulla da nascondere” è una falsità. Tutti, da qualche parte, abbiamo qualcosa che vogliamo mantenere privato nei confronti degli estranei. Non a caso, buona parte delle persone che ha detto questa cosa, si è firmata con un nickname oppure ha linkato un profilo FB blindato in tutte le foto e informazioni. Dopodichè, è facile dire “non ho niente da nascondere” quando si tratta di mettere in mostra altri esseri viventi. Mettete in mostra il vostro 740, i vostri scambi di sms, mail e telefonate e poi ne parliamo
2. Peccato che c’è anche chi posta le foto dei bambini in spiaggia o che fanno il bagnetto. E comunque A ME darebbe fastidio che un perfetto estraneo possa guardarle e magari salvarsele, pertanto non le posto. Se altri genitori sono felici di sapere che le foto dei loro figli possono finire negli hard disk di chicchessia, sono felice di non essere loro figlio.
3. E facile parlare di “uso consapevole”, un po’ meno sapere cosa significa. E infatti, chi parla degli strumenti di tutela di FB non sa che questi possono essere facilmente aggirati: qualsiasi cosa pubblicata su FB, virtualmente, è alla portata di tutti. Inoltre non hanno alcun senso nel momento in cui una foto viene condivisa anche solo tra una manciata di persone. Infatti basta che una sola di queste persone acceda a FB da un telefonino o un computer che poi viene perso/rubato/condiviso, ed ecco che tali foto vengono viste anche da altre persone. Ma il più delle volte la situazione è ancora più drastica: la mammina o il papino che vuole mettere in mostra il proprio cucciolo, lo posta sulla propria home page, dove può essere vista da diverse centinaia di “amici”, molti dei quali, ovviamente, non ha la più pallida idea di chi siano nella realtà….
4. Battesimo forzato: una delle più grandi frodi dell’umanità. E’ anche per questo se la chiesa ha la supremazia: è facile essere in tanti quando si viene battezzati forzatamente da piccoli e non quando si può scegliere se farlo o meno. Se uno potesse scegliere di battezzarsi solo quando vuole, i cristiani sarebbero moooooooolti di meno. Ma questo è un argomento che apre fronti di discussioni troppo grandi e non molto in tema.
5. Barbara fa riferimento ad ALCUNI episodi per sviare l’attenzione dal fatto reale. Ma intanto il fatto che la foto di vostro figlio (magari davanti alla scuola che frequenta o davanti alla porta di casa) POTREBBE essere il preludio a brutti episodi è un rischio, seppur raro, da non sottovalutare. Ne basta anche solo uno. Volete rischiare che sia il vostro? Fate pure.
6. Le telecamere di sicurezza ci controllano mentre siamo in luoghi pubblici. I tracciamenti dei conti bancari avvengono su transazioni che andrebbero fatte alla luce del sole. Non mischiamo i due mondi. La vita privata dei bambini non ha niente a che vedere con tutto questo.
7. Che centra? Qui non si parla dei bambini/ragazzi che si avvicinano all’uso di un computer, ma bambini che sono involontariamente tirati in mezzo dai loro genitori, i quali non sanno nè come funziona un computer nè come funziona internet. Come fa, questa gente, a spiegare poi a loro come funzionano queste macchine?
8. Sì certo. C’è di peggio. C’è sempre di peggio. Siccome ci sono bambini che muoiono di fame e altri che non hanno un tetto sopra la testa, allora possiamo fare quello che vogliamo con i nostri. Ma che discorso è? Allora il giorno che vostro figlio verrà sfottuto dai compagni di classe perchè la madre ha postato una foto di lui seduto sul cesso quando ero piccolo, abbiate il coraggio di fargli lo stesso discorso. E tutto questo solo perchè ci sono genitori che vogliono raccattare qualche like in più…
Jason, sono l’autrice del punto 8. Il mio commento era molto meno semplice di quanto riportato ti invito a leggerlo interamente prima. Una volta letto sarei felice di avere un tuo commento.
Certo che l’ho letto: commento del 7 gennaio 2014, ore 11:03
(cit.)”Mi piacerebbe molto che tutte le persone pronte a battersi per tutti questi diritti sulla privacy, sul rispetto dei figli (ovviamente quelli degli altri), si battessero per i diritti che dovrebbero essere assicurati ad ogni bambino, indipendentemente da quale sia il luogo dove sono nati. Diritto alla salute, diritto ad avere da bere e da mangiare, diritto all’istruzione, diritto al gioco, diritto di avere un tetto che li protegga e l’amore dei genitori.
Invito tutti ad andare su fb sulle pagine di Gino Strada, Medici senza frontiere, Amnesty International, Save the Children: guardate attentamente ogni singola foto e commentate anche a loro che state violando la privacy, che sono irrespottosi. Vorrei tanto conoscere le loro risposte.”
Ovvero, per sviare l’attenzione da un problema X, tiri in ballo una serie di problemi (indubbiamente più gravi) e ti auguri che chi si occupa del problema X si occupi anche degli altri.
E’ un po’ come dire che, se uno si lamenta perchè la gente butta la carta per terra, allora dovrebbe preoccuparsi anche del problema della deforestazione amazzonica….e magari questo ragionamento viene fatto proprio da chi butta la carta per terra e che sta cercando una ssusa per non prendersi la responsabilità di quello che fa.
Quanto alle foto postate dai vari Gino Strada, Medici Senza frontiere, Amnesty International, il discorso non regge perchè quelli pubblicano delle foto a carattere INFORMATIVO, da un lato per far vedere le condizioni in cui vivono i bambini, dall’altro per documentare il loro lavoro. I genitori dei bambini sanno che questi verranno fotografati. Di certo non sono foto del tipo “ecco il mio cucciolo che gioca <3 <3 <3 <3" oppure "ecco il mio pupo che dorme", scattate dai genitori che, con la scusa di farle vedere ai parenti, le postano su una bacheca visibile a decine o centinaia di persone.
Non è assolutamente sviare la questione. Trovo semplicemente assurdo che si inveisca (anche mancando di rispetto) e ci sdegni per delle foto di bambini che giocano e dormono tirando in mezzo il diritto sulla privacy e ci si dimentichi di altri diritti.
I genitori sanno che verranno fotografati? Bha… E i bambini lo sanno?
Il discorso per coerenza deve valere per tutti i bambini, indipendentemente dall’utilizzo che l’adulto fa delle fotografie. IL problema è che noi siamo abituati a vedere le cose in base a ciò che ci fa più comodo.
“Trovo semplicemente assurdo che si inveisca (anche mancando di rispetto) e ci sdegni per delle foto di bambini che giocano e dormono tirando in mezzo il diritto sulla privacy e ci si dimentichi di altri diritti”.
E chi ti dice che ci si dimentichi degli altri diritti? Secondo te chi parla della privacy su internet se ne frega della fame del mondo, delle malattie o delle guerre? NO. Semplicemente, se si sta parlando dell’argomento X non si sta parlando dell’argomento Y.
Allora quei genitori che vanno a scuola a lamentarsi che manca la carta igienica o che i muri cadono a pezzi dovrebbero smettere di farlo perchè al mondo ci sono bambini che muoiono di fame?
“L problema è che noi siamo abituati a vedere le cose in base a ciò che ci fa più comodo.”
Infatti si vede. Chi trae un vantaggio personale a pubblicare in rete le foto dei propri figli (che possono essere dei like come dei commenti con i cuoricini) davanti a certe questioni chiude gli occhi e fa finta di niente, perchè gli fa più comodo così.