Si segga in una posizione comoda, con gli occhi chiusi, e si stabilisca di osservare, per cinque minuti, solo il processo del pensiero. Durante questi cinque minuti, si conti ogni pensiero che si genera. I pensieri possono manifestarsi sotto forma sia di immagini che di parole, o anche in entrambe le forme al tempo stesso. Alcuni pensieri, inoltre, possono manifestarsi Insieme a un sentimento o a una sensazione cinestetica.
Si renda, dunque, la propria mente vuota come uno schermo chiaro o uno spazio aperto, e si attenda con la massima cautela di contare ogni pensiero, come un gatto davanti a una tana di topi. Dopo aver numerato e annotato un pensiero, si attenda semplicemente il prossimo. Si stia attenti, però, a non farsene raggirare, dal momento che alcuni pensieri non sono che delicatissimi sussurri, come: “Che calma c’è qui”, oppure: “Non ci sono stati tanti pensieri finora, no?”. Si numeri ogni pensiero. Qualcuno, da principio, potrà celarsi per un po’, ma poi uscirà allo scoperto.
Al termine dei cinque minuti, la maggior parte della gente avrà contato almeno cinque o dieci pensieri, ma vi sono molti che ne contano anche cinquanta o sessanta. Si potrà rilevare, anche, qual è il genere di pensieri predominante: se le parole o le immagini, o qualunque altra cosa. E, fatto più importante di tutti, si potrà finalmente avere una cognizione del modo in cui osservare il processo del pensiero con vera presenza mentale, annotando, cioè, la generazione di un pensiero senza lasciarsi prendere da ogni singola vicenda.
Rendersi conto che non si è i propri pensieri, osservare il loro flusso interiore, ed esserne consapevoli senza identificarsi con esso né lasciarsene travolgere, costituisce, infine, un atto di comprensione potente e liberatorio.