Mangia un’arancia e non morirai mai

Foto da Flickr di Darwin BellPropongo un semplice esercizio di meditazione di consapevolezza, soprattutto per aiutare tutti coloro che, pensando alla morte, provano un certo e sentimento di paura o di angoscia.

Avere paura della morte è una cosa molto comune e naturale. Ma penso che non sia inevitabile. Prova allora a mangiare un’arancia: magari la tua visione del “momento finale” cambierà un po’.

Ecco di seguito le istruzioni per la pratica dell’arancia.

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  1. Ho fame, e di fronte a me c’è un’arancia (magari d’estate posso fare lo stesso esercizio con una pesca, o altro frutto di stagione). Tra poco la mangerò e quest’arancia non ci sarà più. Morirà. Ma voglio vedere bene cosa succederà veramente.
  2. Mangiando l’arancia, sento che la mia sensazione di fame piano piano si trasforma. Ho cominciato che ero una persona affamata; gradualmente – mentre mastico e gusto il sapore del frutto – mi sto trasformando in qualcosa di molto diverso: una persona sazia.
  3. L’arancia ha portato in me una trasformazione molto importante. Non si tratta solo di una sensazione temporanea (dalla fame alla sazietà), perché so che questo frutto mi ha dato parte dell’energia e delle sostanze che mi servono per vivere. Ha aggiunto un altro tassello ha ciò che io sono. Se  fossi una casa, l’arancia sarebbe un mattone che si aggiunge.
  4. Ma allora non è proprio morta, l’arancia! Si è trasformata in qualcosa che ora fa pienamente parte di me. Certo, non rimarrà proprio tutta, perché presto ne dovrò espellere una buona parte. Ma anche i miei scarti non si dilegueranno nel nulla: diventeranno vapore che si trasformerà in pioggia o materiale organico per concimare la terra e nutrire altre piante, persone ed altri esseri viventi.

Bella vita, quella delle arance, eh? Non muoiono mai, beate loro! Eppure, a guardare bene, non riesco neanche a stabilire il momento esatto della nascita. Coincide con quando il frutto è stato colto? Quando è giunto a maturazione? Quando da fiore ha cominciato a trasformarsi in frutto? Quando da bocciolo ha cominciato a trasformarsi in fiore? Non lo so. Non riesco ad individuare un momento preciso.

La mia vita non è molto diversa. Mi riesce difficile stabilire il suo preciso momento d’inizio. Sarà altrettanto difficile che possa, in un certo momento, cessare del tutto, per lasciare dietro di sé il nulla.

[La foto è di Darwin Bell]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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3 risposte

  1. Gianni ha detto:

    Finalmente un blog interessante. Grazie! Tornerò a visitarti.

  2. elena da genova ha detto:

    ciao caro paolo ti ritrovo ogni tanto a adesso ti ritrovo in questo tuo blog splendido tuo e nostro!!!
    grazie grazie grazie
    a presto!!!!

  3. Michele ha detto:

    Molto bella questa metafora in versione “pragmatica”!
    Grazie

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