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Per meditare in autobus o in metropolitana, si può cominciare dal respiro, il mezzo più facile per creare un collegamento tra la mente e il corpo. Dopo essersi resi consapevoli del respiro, è più facile passare ad osservare il corpo nella sua interezza. Se siamo seduti: in quale posizione ci troviamo, se è simmetrica o meno, come sta la schiena, se e come i piedi poggiano a terra, eccetera. Se ci troviamo in piedi: com’è distribuito il peso del corpo sulle due gambe, che posizione ha assunto la schiena, dove stanno le braccia e le mani.
Se il braccio è proteso verso l’alto per sostenerci, c’è la grande opportunità di assaporare la gioia di una piena consapevolezza della visione periferica, di cui abbiamo già parlato. In questo caso, l’attenzione è posta non sulle distrazioni della mente, ma su quello che viene considerato il nostro sesto senso, la propriocezione, cioè la capacità di sapere in quale posizione si trova il nostro corpo. Mentre ci concentriamo su come la nostra mano, quella in alto, afferra il sostengo – e su come deve fare fronte alle sollecitazioni che derivano dal movimento del mezzo per tenerci in equilibrio – siamo al contempo consapevoli della posizione di tutto il corpo, badando a non avere troppo accentuata la curvatura lombare, ad esempio, e a che le spalle siano ben aperte e lo sterno non sia richiuso in se stesso, ma aperto. Al tempo stesso, senza mai distogliere l’attenzione dalla mano, sappiamo benissimo in quale posizione si trovano i piedi, e così sentiamo e aggiustiamo il loro contatto col pavimento. Con la concentrazione (l’attenzione centrale) ci rivolgiamo dunque alla mano, mentre l’attenzione periferica ci consente di sapere cosa sta succedendo all’altro estremo, cioè nei piedi. Questa è un grande pratica yoga, che può contribuire non poco al nostro benessere.
Alla consapevolezza del corpo può seguire una fase di cura del corpo stesso. Mentre ci muoviamo all’interno della città, è probabile che stiamo viaggiando da o verso una situazione stressante, che ci riporta costantemente alla mente preoccupazioni, ansie, progetti. Sono tutte semplici formazioni della mente, con le quali non ci dobbiamo identificare – anche perché passeranno – ma che si riversano sul corpo, portando contratture muscolari e altre piccole e grandi situazioni di disagio. Un’altra cosa che possiamo fare è perciò quella di usare la mente per identificare tutte le parti del corpo che si trovano a disagio – attraverso un veloce body scan – e rilassarle, rendendo così il viaggio su mezzo pubblico un’occasione di ristoro, anziché di ulteriore stress.
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