Cosa ti sta dicendo il tuo corpo?
“Fai una pausa… e ascolta profondamente il tuo corpo. Cosa ti sta dicendo?”
Ho appena trovato questo semplice post (non c’era altro testo) sul blog di Lilian Cheung, collegato al progetto Savor.
Trovo che sia uno stimolo semplice, ma al tempo stesso molto potente. Non ci vuole niente a provare. In qualsiasi circostanza, possiamo tornare a noi stessi, con l’aiuto del respiro, e far caso a come stiamo veramente, a cosa ci sta comunicando il nostro corpo.
C’è molto da scoprire. Per noi che viviamo in città, che lavoriamo sodo e abbiamo tanti impegni, il corpo spesso non è felice. Magari è stanco, ma non gli diamo ascolto. Può darsi che la muscolatura delle spalle sia tesa, e stia preparando una bella contrattura. C’è anche la possibilità che le nostre gambe abbiano voglia di muoversi un po’ e riattivare la circolazione.
Diamogli ascolto, ogni tanto. Saprà ricompensarci.
Credo che gli ambiti dove sia più utile applicare l’ascolto del corpo siano tre:
- il lavoro, dove, presi dagli obiettivi che ci siamo posti, possiamo perdere completamente di vista la nostra reale capacità di sopportare gli sforzi prolungati; e questo vale sia per il lavoro manuale, sia per quello intellettuale, dove non abbiamo a disposizione il campanello d’allarme del dolore muscolare, o del sudore;
- i momenti di pausa, come la sera, il week-end, le vacanze estive: in questi momenti tendiamo a concentrare tutte le cose che dobbiamo o vogliamo fare in alternativa al lavoro, dimenticando che la cosa di cui abbiamo bisogno primariamente è il riposo;
- il cibo, sul quale proiettiamo molti dei nostri disagi – come frustrazione, paura, scarsa autostima – e non facciamo caso agli effetti che ha sul nostro corpo; non tanto quelli a lungo termine, anche quelli immediati, come appesantimento, mal di testa, bruciore di stomaco, eccetera.
Ogni tanto vale la pena ascoltarsi. Ieri sera, alla fine di una lunga e frenetica giornata di lavoro ero stanco e molto nervoso. Prima di uscire dall’ufficio, mi sono fermato per solo un paio di minuti a respirare. Sono tornato a casa di ottimo umore.
Con 5 o 10 minuti a disposizione, meglio fare un po’ di rilassamento profondo. Se c’è un’oretta, ci possiamo deliziare della voce di Sister Chan Knong. Ma anche quel minuto di sosta al semaforo può essere un’ottima occasione per rilassarci.
[Ringraziamenti per i link esterni: al sito Savor the Book e Lilian Cheung; a Wikipedia in italiano, per la definizione della parola “post”]
[La foto iniziale è di Courtney Carmody]
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Mi sento all’unisono con il tuo blog! Posterò anche questo articolo nel mio, naturalmente linkandoti!
Grazie!